Bonus contributivo per chi ha lavorato all’estero: tempi e modalità di pagamento aggiornate

Per i lavoratori che hanno svolto attività all’estero e si trovano a beneficiare di bonus contributivi legati alle proprie prestazioni previdenziali, è fondamentale comprendere le più recenti modalità e i tempi che regolano il pagamento degli importi spettanti, secondo gli aggiornamenti previsti dalla normativa italiana al 2025. Il sistema previdenziale italiano riconosce specifiche misure a sostegno di chi ha maturato contributi lavorando all’estero, con particolare attenzione a pensionati e lavoratori di rientro, la cui disciplina è oggetto di costante aggiornamento.

Pagamenti delle prestazioni per chi ha lavorato all’estero

Il pagamento delle pensioni all’estero, per chi ha maturato i requisiti svolgendo attività lavorativa fuori dai confini italiani, avviene tramite canali prestabiliti dall’INPS. L’ente si avvale di una banca incaricata – dal 2012 Citibank N.A. – che diventa il riferimento unico per smistare gli importi dovuti ai beneficiari in moltissimi Paesi. I lavoratori possono scegliere tra diverse modalità:

  • accredito su conto corrente bancario estero o italiano;
  • ritiro allo sportello (generalmente tramite Western Union);
  • assegno di deposito non trasferibile, che rimane però una modalità eccezionale, oggi gradualmente eliminata in diverse nazioni, tra cui gran parte dell’Europa, Stati Uniti, Canada e Australia.

La valuta di pagamento può essere sia in euro che in valuta locale, a seconda della legislazione e delle convenzioni in vigore nel paese di erogazione. I pagamenti seguono una cadenza mensile, fatta eccezione per le pensioni di modico importo, che possono essere corrisposte con periodicità semestrale o annuale. In linea generale, l’erogazione avviene il primo giorno bancabile di ciascun mese, tranne che per gennaio, quando il pagamento ricade sul secondo giorno bancabile. In caso di festività, lo slittamento è previsto al primo giorno utile successivo. Queste tempistiche garantiscono una regolarità che permette ai beneficiari di programmare le proprie entrate anche dall’estero in modo certo e trasparente .

Tempi di lavorazione delle pratiche contributive

I tempi di lavorazione per la pratica amministrativa di riconoscimento o liquidazione delle prestazioni legate al lavoro svolto all’estero, bonus compresi, sono disciplinati dalla normativa italiana. Il termine ordinario per l’emanazione del provvedimento è quello fissato dalla legge n. 241/1990, pari a 30 giorni dal ricevimento dell’istanza da parte dell’INPS o dell’ente previdenziale di competenza. Tuttavia, qualora la pratica sia particolarmente complessa – ad esempio in presenza di più periodi di contribuzione estera da certificare secondo le convenzioni internazionali – i tempi potrebbero allungarsi rispetto al termine ordinario .

Per garantire la corretta determinazione dei diritti contributivi, soprattutto nel caso di lavoratori rimpatriati o che hanno svolto periodi assicurativi in vari Paesi, è necessario effettuare una verifica con le istituzioni previdenziali estere; questo può comportare uno slittamento oltre il termine di 30 giorni. Nonostante ciò, la legge italiana impone che il procedimento venga comunque concluso nel più breve tempo possibile, e l’interessato viene informato circa eventuali ritardi e i motivi che li hanno causati.

Modalità aggiornate di richiesta e pagamento

Dal punto di vista procedurale, il lavoratore deve presentare istanza all’INPS o all’ente competente, allegando i documenti che attestano i periodi di lavoro e di contribuzione svolti all’estero, secondo gli schemi richiesti dalle convenzioni bilaterali o multilaterali in vigore tra l’Italia e lo Stato coinvolto. È consigliabile preparare con anticipo:

  • i certificati di servizio rilasciati dai datori di lavoro esteri;
  • la documentazione contributiva (estratti conto, certificazioni previdenziali);
  • l’eventuale dichiarazione di residenza fiscale per evitare la doppia imposizione;
  • coordinate bancarie aggiornate, per facilitare l’accredito degli importi dovuti.

L’esame della posizione assicurativa e l’eventuale liquidazione di bonus contributivi riconosciuti avviene dopo i necessari accertamenti. Funziona attraverso la verifica della congruità delle informazioni, riguardanti non solo l’anzianità contributiva, ma anche l’effettivo possesso dei requisiti per beneficiare degli incentivi previsti dalla legislazione, come ad esempio misure legate al periodo di rimpatrio o al rientro di personale altamente qualificato .

Novità fiscali e contributive dal 2025

Tra le novità introdotte nel 2025, si segnala il permanere della detrazione fiscale strutturale per i redditi da lavoro dipendente fino a 40.000 euro, che riguarda quanti percepiscono reddito da lavoro dipendente, esclusi i percettori di redditi da pensione. Per i lavoratori interessati, compresi coloro che rientrano dall’estero, con reddito complessivo fino a 20.000 euro, è riconosciuta una somma aggiuntiva non tassata. Questa viene calcolata secondo una percentuale che decresce all’aumentare del reddito e si applica anche ai rapporti di lavoro a tempo determinato. Parallelamente, per i redditi complessivi superiori a 20.000 euro fino a 40.000 euro, è prevista una ulteriore detrazione che può arrivare fino a 1.000 euro, decrescente a seconda del reddito dichiarato .

Inoltre, rallentamenti o novità più restrittive sono stati introdotti sul fronte delle agevolazioni fiscali per i cosiddetti lavoratori impatriati, ovvero coloro che dopo un periodo di permanenza estera trasferiscono nuovamente la propria residenza fiscale in Italia. Nel 2024, infatti, è stata ridotta la percentuale di riduzione della base imponibile dal 70% al 50%, ed estesi i requisiti di soggiorno continuativo sul territorio nazionale, insieme all’obbligo di mantenere l’iscrizione anagrafica e la residenza fiscale per almeno 5 anni .

Un ulteriore elemento chiave per comprendere le modalità di erogazione dei bonus e delle pensioni internazionali è la presenza di numerosi accordi bilaterali e multilaterali che disciplinano il riconoscimento dei periodi assicurativi e il trasferimento dei contributi tra Stati aderenti, come avviene all’interno dell’Unione Europea grazie al Regolamento CE n. 883/2004 sulla coordinazione dei sistemi di sicurezza sociale.

Conclusioni operative

Chi è interessato ai bonus contributivi per periodi lavorati all’estero deve quindi pianificare con attenzione la propria domanda, mantenendo una documentazione aggiornata e verificando periodicamente gli aggiornamenti normativi e fiscali che possono modificare requisiti e modalità di pagamento. Grazie a sistemi di pagamento internazionali ben rodati e alla chiarezza delle procedure, il trasferimento dei fondi e il riconoscimento dei periodi spettanti sono processi sempre più tracciabili e affidabili, supportati dalla gestione delle principali istituzioni previdenziali come l’INPS e disciplinati sia dalla normativa nazionale che dal quadro regolatorio europeo [Convenzione internazionale di sicurezza sociale].

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